Ci sono anni delle nostre vite che vorremmo dimenticare, ma forse sono quelli che ci insegnano a reagire. Per questo e per altre mille ragioni (semplicemente amo viaggiare?!) mi sono concessa un momento di rinascita…a 3700 metri, su uno dei vulcani attivi più alti del mondo (e anche quello più vicino all’Italia!) e sul Pico più alto della Spagna.
In pochi lo direbbero…ma tutto questo si è concretizzato a Tenerife, che essendomi nota solo per mare e surf ho sempre scartato dalle mie mete di viaggio…mi sbagliavo!
Atterrate all’aeroporto di Tenerife Sud ci siamo appoggiate in questa cittadina a 15 minuti di distanza. Quasi traumatizzate dalla scelta infelice della Rimini dell’isola abbiamo atteso con ansia l’arrivo della sera. Per fortuna c’è una spiaggia, Las Vistas, che ci permette di rilassarci prima della grande fatica…di positivo c’è sicuramente lo spazio, per il resto tutti gli italiani presenti hanno condiviso con noi che qualsiasi angolo della nostra fantastica penisola italiana sia più caratteristico e ammaliante di questo villaggio turistico all’aperto…
L’esigenza di camminare prevale, e prenotando online l’ingresso, alle ore 9 cominciamo il Barranco del Infierno: ingresso controllato e soprattutto in sicurezza (con dotazione di caschetto incluso :)) . Il trek dura tre ore circa in una gola con dei colori e striature rocciose commoventi! Il nome del sentiero non rispecchia esattamente il tipo di percorso…non ha nulla di infernale, e sicuramente la difficoltà non è elevata, nè per dislivello, nè per lunghezza. Escursione adatta a tutti quelli che amano la natura, il movimento e indossano scarpe da trekking (anche bambini)!
Deluse da Los Cristianos, decidiamo di andare a vedere una delle spiagge più belle dell’isola, ovviamente esattamente nella parte opposta di Tenerife, che non essendo molto grande raggiungiamo in 1 ora e 20 minuti… Las Teresitas. Per fortuna lo sfondo di questa spiaggia è davvero agli antipodi rispetto alla costa ovest, e il paesino alle sue spalle – San Andrés – è davvero carino! Particolarità? la sabbia della spiaggia è stata importata dal deserto del Sahara.
- Las Teresitas
Finalmente il giorno è arrivato, si parte verso il Pico del Teide! Il tragitto rivela un paesaggio lunare, desertico e vulcanico con rarissima vegetazione che si erge vittoriosa sull’aridità assoluta. L’obiettivo è raggiungere Montana Blanca per imboccare il sentiero n°7 che arriva al Pico del Teide in quasi 6 ore. Per fortuna abbiamo il tempo di dividere il tragitto in due tappe e decidiamo di assaporare l’alba a 3700 metri appoggiandoci per la notte al Rifugio Altavista (3268 metri). Sappiate che il rifugio è l’unico punto di appoggio in quota e i posti sono limitati, per cui la prenotazione d’obbligo deve essere fatta con almeno 1 mese di anticipo. Sappiate anche che il rifugio apre dalle 17 e assegna camere dalle 19 per cui se arrivate a 3200 a mezzogiorno avrete molto da aspettare, e per il ponte del primo maggio vi assicuro che non faceva caldo!
L’alba in quota è davvero suggestiva, e nonostante il freddo (-5/10°) l’attesa del sole sopra le nuvole è breve e intensa. L’odore di zolfo ti coglie di sorpresa. Si fissa l’orizzonte guardando le sfumature di rosa estendersi pian piano. Poi sbuca, infuocato, il sole palla che vorremmo tutti fotografare…ma le mani tremano e uno smartphone non è lo strumento ideale!
Le torce non servono più e possiamo cominciare la nostra lunga discesa, consapevoli di aver fatto un’esperienza indimenticabile. Sappiate che per i più pigri è possibile raggiungere il Pico con la funivia, ma non funziona all’alba!! Dolcemente torniamo alla macchina (pregando che nessuno l’abbia toccata durante la notte!), riguardiamo le hueva de fuego – rocce di magma vulcanico che assomigliano a palle di fieno – e immaginiamo le ultime lontane eruzioni.
Assaporato il volto di una parte dell’isola è davvero necessario andare oltre, scoprire che l’altra metà è completamente differente. Già in macchina verso il Parco Rurale di Anaga ci si addentra nel tipico contesto subtropicale che avevo già incontrato a Madeira. Vegetazione rigogliosa e forte umidità in netto contrasto con l’aspetto arido dell’area vulcanica…ci sentiamo spaesate e sorprese ne vedere che a 50 km di distanza ci sono mondi diversi! Decidiamo di fare un breve trek del sentiero del Bosco Incantato tra gli alberi di Laurisilva in un mondo jurassico!
Prima di tornare sulla costa di Adeje ne approfittiamo per visitare Laguna, che penso sia la più bella cittadina dell’isola. Nell’entroterra, colorata, più portoghese che spagnola, coloniale. Tra le sue vie ci addentriamo in qualche pub per gustare del Moscatel e Ronmiel (liquori tipici locali).
Ormai manca poco al ritorno in Italia, e considerando lo scarso interesse per l’oceano decidiamo di visitare le altre cittadine nella parte settentrionale dell’isola. La giornata ventosa ci scoraggia dal raggiungere le piscine naturali per cui ci dirigiamo nei centri abitati per intrattenerci nonostante il meteo infelice.
Entrambe le città sono simili a Laguna, stile coloniale e tanti spazi verdi. Puerto de la Cruz ospita un giardino botanico sorprendente e il perimetro esterno di difesa della città sull’oceano lascia un tocco di storia assente nella visita dell’isola.
Giungendo in città si trovano numerosi manifesti del lago Martianez che è un complesso di piscine di acqua salata, completamente artificiale, che ci ha deluso un pò, ma vale la pena per tanti altri aspetti!
Ultima serata sull’isola e ultima cena…tramonto a Los Gigantes – scogliera sulla costa occidentale – e poi buona mangiata di pesce!
Masca avrebbe dovuto essere uno dei trek più belli pianificati dall’Italia, purtroppo il sentiero di circa 3 ore che conduce dal paesino incastonato in una gola all’oceano era inagibile. Con immenso dispiacere abbiamo comunque deciso di visitare questo luogo, e fortunatamente ne siamo rimaste entusiaste. Lo scenario è pittoresco, la vegetazione rigogliosa come nella zona settentrionale dell’isola, e le case in pietra mi hanno ricordato davvero alcuni borghi del sud Italia.
Per arrivarci le strade sono tortuose così come a Anaga e per arrivare a Montana Blanca…per guidare a Tenerife bisogna avere un pò di esperienza al volante!
Il viaggio è finito…si torna in Italia…Grazie Tenerife, hai superato le aspettative!
Il mio è stato un viaggio low cost: una settimana con volo, macchina, alloggio e cibo mi è costato 500 euro circa (volo prenotato con 3 mesi di anticipo nella prima settimana di maggio)
Non c’è bisogno che evidenzi la scarsità di luoghi da raccomandare, ma per scelta ci siamo fermate dove capitava!
Vi elenco dove ho alloggiato e dove vi consiglierei di mangiare (solo 1 ristorante!)
- Los Cristianos – Hotel Andrea’s – 29 euro a notte (senza colazione): hotel centrale, pulito, silenzioso. Nulla da eccepire se volete dormire in questa località
- Pico del Teide – Rifugio Altavista – 25 euro a notte: rifugio, camerate, bagno e cucina condivisi. Molto carino. Da prenotare con largo anticipo
- Callao Salvaje – Twinfin Surf Camp – 26 euro a notte con colazione: camerate da 6, bagno e cucina condivisi. Ambiente giovane e informale. Offre lezioni di yoga e surf. Richiede buono spirito di adattamento e la pulizia non è il punto forte, ma ti permette di confrontarti con altre esperienze di giovani viaggiatori. Dipende da quello che si vuole…
- San Miguel te Tajao – Taberna Marinera Agua y Sal – il prezzo dipende da quello che scegliete dal bancone del pesce prima di sedervi a tavola! Consigliatissimo!
Tornassi indietro sceglierei di passare almeno un paio di notti nella parte settentrionale / orientale dell’isola, per evitare di passare tanto tempo in macchina…ma la benzina costa talmente poco che è andata bene così! Se avete la macchina e vi piace girare non preoccupatevi delle distanze, è tutto a portata di mano!