Passata la metà di luglio, dovremmo essere tutti in dirittura d’arrivo verso le vacanze.
Ci sono molti stili di viaggio, tanti modi di esplorare una terra straniera e sentircisi a casa; una parte fondamentale di questa scoperta, per me, è entrare in contatto con i suoi costumi, annusarne i profumi, sperimentarne i sapori e la cultura del cibo.
Mi cimento quindi oggi nell’ardua impresa di stilare una mini guida dell’Europa portata dopo portata, dedicata a tutti i viaggiatori gourmet: cosa non potete perdere, gastronomicamente parlando, nazione per nazione?
Partiamo dalla Francia: qui selezionare è tanto semplice quanto complicato. Le colazioni a base di baguette appena sformate, velate di burro e confiture. I pain au chocolat e i croissant pur beurre. I piccoli prodotti di pasticceria, come le madeleines, gli eclairs, i macarons. Le zuppe, di cipolle o di pesce (la famosa bouillabaisse).
Le quiche, i croque monsieur (e madame, pardon), le crepes in versione dolce e le galettes in versione salata.
I formaggi, oh sì. Les moules e les huitres, da mangiare crude appena estratte dalle reti dei pescatori, se visitate zone marittime e portuali. I fine pasto, dalla tarte tatin al celeberrimo tortino di cioccolato dal cuore caldo (moelleux au chocolat); dall’ile flottante – un’isola di meringa cruda che naviga in una coppetta di crema inglese, alla saint Honorè. Una cosa è certa, qui dovete scordarvi di contare le calorie.
In territorio tedesco si respira profumo di wurstel e krauti, ma anche di stinco (o arrosto) con le patate. Non temete, nulla che un buon boccale di birra non possa “lavare via”. Magari, creando spazio per una fetta di Foresta Nera.
Se passate da Berlino non perdete il Currywurst, salsiccia al curry proposta come street food e accompagnata dalla una cascata di Chillup, un mix di concentrato di pomodoro, ketchup e salsa Worchester.
Anche la vicina Austria offre piatti sostanziosi, a partire dalla Wiener Schnitzel. Ma non chiamatela cotoletta! I due piatti si distinguono infatti nella tipologia di carne – maiale vs vitello – e nella panatura: ai nostri uovo e pangrattato viene aggiunto un passaggio nella farina, creando una sorta di pellicola che separa la panatura dalla carne.
E come non annoverare i dolci austriaci per eccellenza, lo strudel e la Sacher torte (non perdetevi quella dell’hotel Sacher di Vienna o Salisburgo)?
In Svizzera possiamo coccolarci con le fondue, di carne o formaggio, i Rosti di patate, gli Spatzle (gnocchetti che condivide con la cucina tedesca) e la raclette, formaggio fuso da servire con le patate… perfetto per una prova costume islandese!
Se andate alla ricerca del solleone, in Spagna avete solo l’imbarazzo della scelta su come impiegare le vostre 1800 calorie giornaliere: a cucchiaio, con fideuà o gazpacho, pizzicando fette di serrano, patatas bravas e altre tapas, tra una forchettata di tortilla de patata e una di paella, per completare con un bel churros intinto nel cioccolato.
In Portogallo potete decidere se accogliere la sfida del Bachalau à Bràs – piatto unico a base di baccalà, patatine fritte e uova – o tenervi leggeri con una ciotola di Caldo Verde, zuppa a base di verdure dal nome decisamente evocativo. Se gravitate per Lisbona, sono imperdibili i Pasteis de nata: piccole coppette di sfoglia ripiene di crema cotta all’uovo e spolverate di cannella e zucchero a velo. Innaffiateli con Porto o Ginjinha, liquore tipico all’amarena.
In Croazia mettete le gambe sotto al tavolo e aspettate stufati o carne alla griglia nelle zone interne, pesce alla brace sulle coste, cevapcici (spiedini di carne trita speziata) con patate fritte un po’ dappertutto. Non mancano i dolci e da padrone la fanno torte scenografiche e sostanziose come la Krempita, una sorta di millefoglie molto alta farcita di crema e panna montata. Non fate gli scettici e provate il vino locale, non è affatto male!
Finiamo con la Grecia, “non solo feta”: certo, la classica insalata greca così come il saganaki (formaggio fritto) vanno mangiati almeno una volta, ma avrete l’imbarazzo della scelta tra pite ripiene di gyros (carne allo spiedo simile al kebab) o suvlaki (gli spiedini), dolma (polpettine di carne trita e riso avvolte in foglie di vite), moussaka (sformato di melanzane, patate, ragù e besciamella). Sono certa che spalmerete ovunque generosamente lo tzatziki, yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio.
Dulcis in fundo i baklava (pasticcini di sfoglia, frutta secca e miele), il galaktoboureko (dolce di sfoglia e crema al latte) e i kourambiédes (biscotti alle mandorle ricoperti di zucchero a velo).
Ouzo e Metaxa vi saranno preziosi per digerire.
Spostiamoci più a nord, in Inghilterra: che la vacanza sia di studio o di piacere anche qui avrete diverse opzioni per solleticare il vostro palato. E sfatiamo il mito che in Inghilterra si mangi solo fish&chips!
Delizioso il sunday roast, (arrosto della domenica servito con verdure, patate e accompagnato da Yorkshire pudding, bocconcini di pastella dorati al forno da usare al posto del pane), così come le pie, sformati di carne e patate o carne e verdure.
Non parliamo poi del tè delle 5pm, un vero e proprio banchetto: alla pretestuosa teiera vengono accompagnati tramezzini, scones con jam e panna, biscotti e dolci di pasticceria.
Non possono poi mancare all’appello:
- gli stroopwafel olandesi, grandi biscotti piatti di cialda, ripieni di caramello
- le gaufres e le patatine fritte, di cui il Belgio è patria
- il kalakukko , pasticcio di pesce e carne di maiale finlandese servito in una pagnotta di pane azzimo
- i pierogi, ravioli polacchi ripieni di patate, formaggio o funghi
- gli smorrebrod danesi, tartine di pane di segale imburrate e guarnite da pesce o salumi
- i Kurtoskalacs ungheresi, tubi di sfoglia bellissimi da veder preparare, tra il profumo dello zucchero che caramella.
Credits images: Pinterest
Cover foto – zioandsons Instagram
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