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QUI FOOD -VACANZA CHE VAI, CIBO CHE DEVI PROVARE #USA

Cambiamo pesantemente fuso orario e concludiamo il nostro viaggio con un’ultima tappa tutta a stelle e strisce. Sicuri che il jet lag, nonostante i suoi effetti importanti sulle occhiaie, nulla potrà contro il nostro appetito ci destreggeremo sicuri tra le innumerevoli opzioni che l’american food offre per soddisfare palato e fabbisogno calorico.

Baluardo dei marciapiedi yankee, lo street food è una vera e propria esperienza, irrinunciabile parte della vacanza.

Partiamo dai panini, dai classici hamburger e hot dog al pulled pork (sfilacci di carne di maiale cotta lungamente a bassa temperatura) fino ad arrivare a un sandwich a 5 stelle: il lobster roll con polpa d’astice cotta al vapore, succo di limone e maionese.

Più spartani i corn dog, wurstel su stecco imbevuti nella pastella di mais e poi fritti, immancabile in ogni luna park o il grilled cheese, pane in cassetta spalmato di burro, grigliato e farcito di formaggio super filante.

Importati dall’Est Europa ma immancabili ovunque negli States i bagel, ciambelle di pane prima bollite e poi cotte al forno generalmente farcite con cream cheese e il pastrami, un sandwich di pane di segale farcito con spessi strati di carne di manzo affumicata a fette sottili.

Sandwich

Amici a dieta che desiderate rifugiarvi nelle salad, ne avrete una buona scelta ma non pensate di risparmiare calorie: sono sostanziose e decisamente ricche nei condimenti.

La più nota è la Caesar’s dove su una base di lattuga romana vengono adagiati crostini di pane conditi con un dressing di succo di limone, uova, olio, senape e salsa Worcester e una spolverata di parmigiano; nelle versioni più ricche, vengono aggiunti trancetti di pollo alla griglia (o a volte gamberi).

C’è poi la Cobb, nata da un’improvvisazione serale a base di avanzi dell’omonimo chef, con petto di pollo a dadini, avocado, formaggio erborinato, pomodori, bacon, uova sode e condita con una vinaigrette.

Infine la Coleslaw: cavolo cappuccio, cipollotto e carote condita con yogurt, senape, maionese ed erba cipollina (io ne vado pazza!).

Salad

Come nel vocabolario, anche in cucina dobbiamo stare attenti a non cadere nel tranello dei false friends: cibi americani di teorica ispirazione italiana, che però del Belpaese non hanno davvero nulla (e fanno inorridire i più). Credetemi, il cappuccino a fine pasta non è la cosa più traumatica che potrete sperimentare.

Dagli spaghetti & meatballs, in cui le polpette sono grandi come uova, alle fettuccine Alfredo (burro e parmigiano, che si trovano già mixati, sugli scaffali del supermercato, in inquietanti barattoli a lunga conservazione); dalla marinara sauce (un intruglio a base di salsa di pomodoro, origano e basilico in polvere, con aggiunta di dosi mostruose di aglio e pepe) fino alla pizza pepperoni (non verdura bensì salame piccante autoctono).

Nemmeno i Mac&Cheese hanno nulla di italiano, e temo non vi piaceranno; io osato assaggiarli una volta sola e, oltre ad avere un che di stomachevole causa utilizzo di formaggi troppo intensi, la cottura della pasta era classificabile come crimine contro l’umanità.

Cheese Macaroni

Il capitolo conclusivo lo meritano i dolci.

Si potrebbe compilare una lista infinita solo tra cake e pie: dalla classica torta di nonna Papera, la apple pie, alla versatilissima cheesecake con fondo biscotto e farcia al formaggio spalmabile; dalla cioccolatosissima Devil’s food Cake (semplice immaginare come mai venga definita cibo del diavolo), all’iconica e brillante red velvet , la torta dall’impasto rosso; dalla ingenuamente ritenuta sana carrot alla pecan, in cui questo delizioso tipo di noce è legato da una base di amido e sciroppo d’acero; dalla pumpkin, stella della festa del Ringraziamento e seconda solo al tacchino, a quella tipica delle isole Keys, preparata con lime e latte condensato.

Obbligatorio poi assaggiare:

  • i pancake, serviti con frutta fresca, sciroppo d’acero, cannella, salsa di cioccolato, frutti rossi, noci pecan e quanto altro la fantasia può suggerire
  • i waffle, e sappiate che ordinarli con frutta e panna montata vi renderà terribilmente out: quelli con il pollo fritto o il bacon e lo sciroppo d’acero vanno per la maggiore
  • i cupcake, tortine soffici decorate con pressochè infinite varietà di frosting caria-denti, quasi sempre a base di burro/formaggio spalmabile e zucchero
  • i brownies, tortine basse e umide al cioccolato fondente con le noci e i loro fratelli minori al cioccolato bianco, i blondies
  • i cookies, i biscottoni americani con gocce di cioccolato e/o frutta secca a pezzi (se andate a NY, segnatevi con il pennarello indelebile Levain Bakery)
  • i donuts, ciambelle fritte e glassate (in alcuni casi perfino farcite) che non potete non avere visto almeno in una puntata dei Simpson’s
  • gli s’mores, i dolcetti da campeggio ottenuti rosolando un marshmallow sul fuoco e chiudendolo tra due Graham cracker (biscotti integrali con una punta di salato) insieme a una lastra di cioccolato.

Dolci tipici americani

 

Credits image: Pinterest

Margherita
Margherita

Margherita Daverio, alias Cannella e Confetti. Classe ’84, vive a Milano dove lavora come PR.
Adora le perle e i cammei, le tovaglie della nonna e le acconciature anni ’30, tanto che a volte ha la sensazione di essere nata in un’epoca sbagliata.
Meteropatica e freddolosa, tollera l’inverno solo come conditio sine qua non per la neve e il Natale (che le scorre nelle vene 365 giorni all’anno).
Sognatrice ad occhi aperti ed eccessiva negli affetti, non potrebbe mai rinunciare alla famiglia, allo zucchero e ai suoi capelli lunghi.
Dal 2013 porta cuore e cucina nel foodblog www.cannellaeconfetti.it.

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