TODAY I FEEL… LAZY
Avete presente quelle giornate riscaldate dal primo sole di marzo e colorate dai fiori di ciliegio che sbocciano sugli alberi? Quelle giornate scandite da movimenti rallentati di qualcuno che si sta risvegliando dal freddo letargo invernale?
Ecco. Oggi è proprio così. Oggi ci sentiamo pigri, primaverili e lenti, pronti a respirare a pieni polmoni l’odore del sole. Quindi sintonizzate la vostra playlist di Spotify su “amore disperato” di Nada, dal sapore un po’ vintage, un po’ romano, ma di quella romanità d’altri tempi, e preparatevi per la vostra giornata all’insegna del “dolce-far-niente”.
Chiara e Francesca propongono un giretto per Roma nel luogo che più suggerisce il mood giornaliero.
Si va all’isola Tiberina per un bel pranzo all’aperto, così da goderci questo favoloso sole; a seguire passeggiata al quartiere ebraico, per perderci – abbiamo o no la giornata tutta per noi? – tra i vicoletti di un quartiere che sembra uscito da un’altra epoca.
Tappa obbligata per calarci pienamente nella nostra pigra giornata romana è un bel pranzo da Tiberino, delizioso ristorante bistrot, con doppio affaccio – e tavoli all’esterno inclusi – su “Ponte Quattro Capi” e su “Piazza San Bartolomeo”, il quale sorge – e ne riprende anche il nome – sull’isola Tiberina, che in questo periodo offre degli scorci impagabili; i rami dei platani del Lungotevere che si stanno risvegliando anche loro, colorandosi di clorofilla, creano dei pittoreschi giochi visivi, lasciando intravedere i vecchi ponti del fiume e le antiche costruzioni che sorgono sull’isola.
L’affaccio del ristorante che più ci piace è quello di Piazza San Bartolomeo: una schiera di tavolinetti sulla piazza con la chiesa – e il suo campanile romanico del XII secolo – il sole, la musicalità del Tevere che scorre, il rumore di stoviglie che fa subito “caciara romana”, l’occhio attento sul cauto scorrere della vita sull’isola. Tiberino ci coccola a tutte le ore, dalla colazione alla cena.
In più soddisfa la nostra voglia di peccati di gola con gelateria artigianale annessa: Dall’espresso agli spaghettoni di grano Senatore Cappelli all’amatriciana, alternati a qualche portata un po’ meno tradizionale, ma più gourmet – ottimo il tonno scottato con compostina di cipolle rosse – il locale offre un’atmosfera raccolta e ricercata, perfetta per ogni occasione, dal pranzo di lavoro a quello domenicale, dalla rapida colazione alla cena romantica, senza trascurare l’attenzione per la cucina romana tradizionale con un pizzico d’innovazione, unito al piacere del buon cibo.
Tiberino
Via Ponte Quattro Capi, 17-18 Roma (Trastevere)
Tel. 06 6877662
Sito: tiberinoroma.it
Dopo aver trascorso buona parte del dopo pranzo in quiete chiacchiere al tavolino, con il sole che ormai ci ha colorito le guance di rosa, ci alziamo per una passeggiata nel suggestivo quartiere ebraico. Angusti viottoli di un’altra epoca, ceste di carciofi messe in mostra all’esterno dei ristoranti kosher di via del Portico d’Ottavia, gente seduta sulle panchine, le antiche botteghe dolciarie di Piazza Costaguti; anche qui il tempo è pigro e ha deciso di scorrere estraneo al comune andamento, lontano da quest’epoca affannata.
Cosa c’è di più azzeccato per la nostra giornata?
Tra l’intrico di stradine dobbiamo necessariamente fermarci in un posticino. Un negozietto con grandi finestre in ferro e vetro e un’allettante panchina azzurra che invita ad accomodarsi. Stiamo parlando di Stay; azzeccatissimo, quindi, il nome del negozio, visto l’andazzo della giornata. Tutto ci riporta alla quiete, alla rilassatezza di una tazza di the sul divano, al rotolarsi tra le lenzuola di lino con l’aria piacevolmente fresca di una giornata primaverile, che entra dalla finestra.
Entriamo a sbirciare tra i tessuti colorati ripiegati sugli scaffali di ferro.
L’idea di Stay nasce dal fecondo genio di Alessandra, giovane designer romana e Ruben, suo compagno e ultimo di una famiglia che da tre generazioni lavora nel campo tessile.
L’esperienza delle due menti creatrici già si avverte dalla cura e dalla disposizione delle stoffe all’interno del negozio, la ricercatezza della fattura e della qualità dei materiali che diventano coperte, lenzuola, federe, tovagliette, dalle linee minimal ma molto raffinate.
C’è odore di casa e familiarità; il negozio asseconda la nostra pigra voglia di una domestica e ricercata coccola.
“Stay. At home. On the sofa- ma anche – At the table“; l’importante è che oggi possiamo sostare in qualche luogo, riscoprendo un po’ di tempo tutto per noi.
Non importa dove.
Stay Store
Via dei Falegnami, 63 Roma
Tel. 334.2259695
Sito: www.staystore.it