Un proverbio giapponese dice: ‘L’acqua rovesciata, non può tornare nel vaso‘, come a dire: ‘Quel che è successo non si può cancellare‘.
E così è per noi: ci siamo innamorati del Giappone e non possiamo nè vogliamo tornare indietro nè dimenticarne i profumi, i sapori, i misteri e i sorrisi gentili e lontani al tempo stesso. Chi ci segue su Instagram e Facebook ha viaggiato un po’ insieme a noi durante la nostra permanenza nel Sol Levante, divertendosi e stupendosi ad ogni foto, ad ogni nuova scoperta, ogni piccolo traguardo (come quello di capire cosa stessimo ordinando a cena).
Non possiamo raccontarvi un paese in cui non basterebbe una vita da occidentale per capirne appieno tradizioni e cultura, ma solamente farvelo conoscere attraverso altre immagini e alcune piccole dritte, semmai decideste di sfidare la vostra voglia di mettervi un po’ alla prova e andare a visitarlo. Piccole pepite e consigli da parte di chi non se ne sarebbe mai andato e sa perfettamente di non aver visto tutto, ma è consapevole di aver imparato molto.
A questo primo post ne seguiranno altri due, sulle città che abbiamo visitato e sul cibo: abbiamo provato un po’ di tutto e ne siamo rimasti quasi sempre entusiasti, al di la della vecchia convinzione che si mangi solo sushi e sashimi e zuppe dal colore dubbio. Non credeteci, non è vero affatto!
Sicuramente la prima cosa da dire è che il tempo a nostra disposizione è stato limitato: meno di 10 giorni per arrivare ad Osaka, spostarci a Kyoto per 3 giorni, andare a Takayama per due e ripartire alla volta di Tokyo per circa 5.
Poco ma sufficiente per poter vivere un paese in cui riesci a spiegarti e a capire anche se parli una lingua diversa dal tuo interlocutore e l’inglese è meno familiare di un alieno. Noi ci siamo spostati grazie al Japan Rail Pass che abbiamo fatto in Italia prima di partire: costa un po’ è vero, ma ti permette di prendere tutti i treni alta velocità e di passare da una città all’altra comodamente e soprattutto in un battito di ciglia. Il pass è valido anche per alcune tratte interne alla città. Vivamente consigliato!
Abbandonate ogni pretesa di tenere la situazione sotto controllo, quasi tutte le indicazioni sono in Giapponese, così come i menù: fatevi divertire dai plastici che simulano i cibi che vedrete nelle vetrinette dei ristoranti. Certo, a volte ordinerete cose a caso (come è capitato a noi), ma nella maggior parte dei casi assaggiare sapori inaspettati sarà come tornare bambini e ricevere regali inattesi.
Siate rispettosi così come i Giapponesi lo saranno con voi turisti: quando pagherete qualcosa, non lasciate i soldi alla mercè di tutti, ma metteteli con cura nel piattino ad hoc accanto alla cassa. E’ una cosa a cui tengono.
E non mangiate o fumate per strada, non è considerata ‘una cosa per bene’, raramente vedrete qualcuno che sparge molliche mentre cammina 🙂
Quando mangiate i ramen fate una cosa che non fareste mai nel vostro paese: tirateli su facendo rumore. Loro lo fanno senza problemi e avvicinando la scodella alla bocca per evitare di far cadere qualcosa. E andate a mangiare dove vedrete solo Giapponesi. Noi lo abbiamo fatto e siamo stati sempre fortunati. Ah mi raccomando, niente bacchette verticali nella scodella: ricordano i bastoncini di incenso accesi nei funerali e quindi non sono buon presagio.
Fatevi stupire. Amate i jingle che sentirete ovunque e per ogni occasione: sulle scale mobili, alla fermata della metro. E innamoratevi dei mille gadgets che vedrete, ogni luogo ha una sua mascotte. Le donne sfoggiano con grazia le loro Chanel corredandole di teneri pupazzetti charms.
Ah e una nota da donna: le giapponesi sono bellissime. Abbiamo visto bambole kawaii con ciglia finte e occhioni azzurrati dalle lenti a contatto, minuscoli scriccioli vestiti di pizzo che andavano al lavoro sorreggendosi su tacchi a spillo, donne alte e sottili che agitavano elegantemente capelli schiariti e leggermente mossi da pieghe fresche.
Bimbi vestiti da tigrotto, genitori affettuosi, signori corrucciati, tutti a lavorare in giacca nera e camicia bianca, con la cravatta nel taschino. Manager a mangiare da soli nel dopo-lavoro serale: persi tra pensieri e scodelle di ramen fumanti.
Le geishe di Kyoto, il silenzio di Takayama, le bancarelle di street food che vendono spiedini di polpo pastellati e fritti, le mille facce di Tokyo, le sue luci, le sue firme e i suoi parchi immersi in un’epoca precedente.
Noi ci siamo innamorati del Giappone. Seguiteci e scoprirete perchè.
Arigatò gozaimasu!